venerdì 4 gennaio 2019

El professor a Firenze

tratto dal Corriere della Sera



«La casa di carta» diventa «La hasa di harta». Set fiorentino, per la nuova stagione della serie spagnola targata Netflix, incentrata su una rapina alla zecca nazionale di Madrid ad opera di otto criminali mascherati da Salvador Dalì. Ambientato durante la prima parte proprio nella capitale iberica, la trama de «La casa di carta» vede i protagonisti impegnati nel colpo del secolo: penetrare nella Fabrica Nacional de Moneda y Timbre, stampare più di due miliardi di euro e poi sparire con il malloppo. Per farlo «il Professore» – mente del piano – ha messo insieme una squadra di individui con competenze diverse, ma con un unico fattore comune: avere poco da perdere. Gli otto ladri – che hanno identità segrete e che in teoria, durante i cinque mesi di preparazione al colpo nelle campagne di Toledo, non devono rivelarsi il proprio nome – sono battezzati come alcune città: Tokyo, Mosca, Berlino, Nairobi, Rio, Denver, Helsinki ed Oslo. Tutto è studiato nei minimi dettagli, ma gli imprevisti – compresa la grinta dell’ispettrice Raquel Murillo, incaricata di trattare con la banda che ha all’interno della zecca decine di ostaggi – sono dietro l’angolo…
La troupe de «La casa di carta» resterà a Firenze soltanto oggi. Due le location. La prima, mattiniera, a partire dalle 6 in piazza del Duomo, con accesso parzialmente interdetto dalle 7,30 nel tratto compreso tra il sagrato della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e la Porta del Paradiso del Battistero in piazza San Giovanni, con quest’ultima interessata dalle riprese tra il numero civico 6 ed il 22 rosso. Successivamente, spostamento fino alle 18 circa in piazzale Michelangelo, con l’area pedonale riservata al transito e alla sosta dei mezzi della produzione. «La casa di carta» è stata la prima serie spagnola ad aggiudicarsi l’International Emmy Award e – dopo l’americano «Six Underground», film girato questa estate da Michael Bay con Ryan «Deadpool» Reynolds – è la seconda volta di Netflix in città, seppur in maniera decisamente meno invasiva: il lungometraggio yankee, infatti, aveva occupato le strade del centro storico – e non solo – in due lunghe tranche, dal 22 agosto al 21 settembre. Con relative polemiche ed ironie social («Oh quanto ci mettono a pigliare ‘sta macchinina verde?», avevano scherzato i fiorentini sulle riprese di un inseguimento durato giorni e giorni) e sui giornali («Precisazione di cui, a sentire il mormorio divertito dell’auditorio, forse non avrebbe dovuto esserci bisogno», scriveva Edoardo Semmola sul Corriere Fiorentino, in relazione alle parole del regista di Los Angeles, dopo che lo stesso aveva ricevuto le chiavi della città: «Non abbiamo scalfito nemmeno una singola pietra del Duomo o degli Uffizi»).
Insomma: Firenze ancora una volta come Hollywood. E così ecco molti curiosi, armati di smartphone, ad aspettare le star della serie. «Ma icchè girano, i’ Segreto?», scherza un giovane fiorentino sentendo le indicazioni di regia in spagnolo della troupe. «Indos sta Tokyo?», chiede pieraccionescamente un altro. «Oh Berlino, ma ‘un tu eri morto?», «Niente spoiler!», «Te quiero, Profesor»: i commenti si sprecano, mentre viene girata la scena del
Duomo.
Non particolarmente emozionante, per la verità: il Professore, con appresso dei papiri, si incontra con Berlino davanti alla cattedrale. Il tutto, routine cinematografica, ripetuto circa un milione di volte. Ma non importa, per i tanti fan. Ed infatti alla fine del girato si scatena la folla, a caccia di un selfie ricordo, con la sicurezza costretta ad intervenire per «salvare» gli attori dall’affetto della gente.
Massimo riserbo sul plot di questa terza parte, che dovrebbe essere un prequel. Lo show, come anticipato da una clip, vedrà appunto il ritorno a sorpresa di «Berlino» – Pedro Alonso – morto alla fine della rapina nella seconda stagione ed alcuni nuovi ingressi, tra cui l’attore argentino Rodrigo de la Serna: l’amico di Che Guevara ne «I diari della motocicletta». Ci saranno, tra gli altri, anche Alvaro Morte («Il Professore»), Jaime Lorente («Denver»), Miguel Herrán («Rio»), Darko Peric («Helsinki»), Alba Flores («Nairobi»), Esther Acebo (l’ostaggio «Stoccolma») e naturalmente la bellissima Úrsula Corberó: «Tokyo». Anche il sindaco Dario Nardella, nei giorni scorsi, ha voluto omaggiare gli interpreti spagnoli con un tweet: «Benvenuto a Firenze al cast della #casadicarta, serie tv di grande successo. Invito @elprofesor C. a vedere la Torre della Zecca: non è la Zecca di Madrid, ma qui nel ‘300 si coniava il fiorino e oggi offre una bellissima vista della città». (Testo e foto Lorenzo Sarra, altre foto Niccolò Cambi/Sestini)

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