da Redazione ChomeTEMPORARY

La cinquina perfetta +1

Armadio vuoto, valigia piena -ma anche letto, sedia e pavimento- e il solito dubbio estivo: quali libri portare in vacanza? Sì, perché la scelta deve essere ben ponderata: libri non ingombranti, né troppo lunghi né troppo brevi, libri rilassanti ma non disimpegnati. Ecco allora le regole d’oro per la scelta (e la mia scelta):

1) Il giallo è il genere dell’estate per eccellenza e, forse proprio per questo motivo, è stato fortemente svalutato negli anni. Eppure un giallo, se ben scritto, regala una lettura appassionante e costruttiva, in cui il lettore è coinvolto in prima persona (il famoso lettore attivo). Il prezzo del silenzio di Camilla Trinchieri è un ottimo giallo psicologico all’americana; non offre solo una lettura avvincente, ma anche diversi spunti di riflessione. Ah, il paradosso del giallo: tende al futuro, ma svela il passato.

2) Nella valigia di un buon lettore non può mancare un grande classico. Un grande classico è una sicurezza, un sospiro di sollievo in una giornata piovosa, un pezzetto di casa che ci si porta dietro (e qui ne sono sicura, anche a costo di sembrare presuntuosa, ma Arundhati Roy sarebbe d’accordo con me). Il mio professore del ginnasio diceva che Cime tempestose è il più grande classico da ombrellone; infatti ci chiese di leggerlo durante le vacanze estive e la mia copia, prestatami da un’amica, aveva in effetti tra le pagine diversi granelli di sabbia. Ma nella mia estate non può mancare Dickens, quindi vada per Grandi speranze. (Mi spiace Emily.)

3) La terza scelta inizia ad essere più complessa: voglio qualcosa di scorrevole, ma non scontato; voglio ridere, ma continuare a riflettere. Che allora entri in gioco la chick lit, ma quella scritta bene, che, a dispetto del nome, interessi anche agli uomini. Non voglio sentir parlare né di shopping né di avventure sessuali newyorkesi. Voglio piuttosto una scrittura malinconica, con punte di sarcasmo, che mi regali talvolta una risata. Rimane solo una scelta: Melissa Bank, L’amore per caso.

4) Il best seller è un odioso fanfarone che si vanta del proprio successo, legato più ad un efficiente uso dei mezzi di comunicazione che ad una buona scrittura. Diffidare sempre del best seller. Tuttavia tra i best sellers si nasconde il best seller che aspira a diventare un long seller: ecco, questo predestinato, questo ignaro classico ha il permesso di entrare nella mia valigia. E il fortunato è Vita di Pi di Yann Martel, vincitore nel 2002 del Booker Prize -una garanzia-.

5) Immancabile, necessario, fondamentale è un libro divertente. Ma divertente per davvero, che faccia scoppiare in fragorose risate (con la sorpresa e il disappunto dei vicini d’ombrellone). Lorenzo Licalzi è l’uomo che fa per me: il suo Vorrei che fosse lei è decisamente esilarante e, anche se leggero, assicura una bella esperienza, decisamente colorata. Una lettura semplice che promette una sana dose di ironia.

6) Il +1 è la riserva. Con la riserva si può andare sul sicuro, si può scegliere un vecchio libro già letto o ci si può fidare di un ammiccante consiglio. La riserva scende in campo quando un libro della rosa degli eletti si rivela un flop e salva la situazione, ma soprattutto l’umore. Il mio outsider per quest’anno sarà La mia famiglia e altri animali di Gerald Durrell, mix tra romanzo autobiografico e trattato di zoologia. Letto per la prima volta nell’estate del 2003 lo ricordo con affetto: è tempo di rileggerlo.

Queste sono le mie scelte, il mio cinque +1 vincente. Con un eBook sarebbe stato tutto molto più comodo: una scelta maggiore, uno spazio ridotto. Ma l’odore dei libri?

di Claudia Oldani