venerdì 2 ottobre 2020

Copio e incolla da "La Giornata Tipo" in Facebook: leggende Poz e Menego!!


Pozzecco: «Compleanno del cardinal Martini al Palalido di Milano. 1998. Per chi non lo conosce, Carlo Maria Martini era l’arcivescovo di Milano, un personaggio di una potenza religiosa e politica che in città era equiparabile a un papa. Invitati alla sua festa, la crème de la crème di tutta la Lombardia: ministri, assessori, porporati, ricconi vari e, ovviamente, i rappresentanti di tutte le società sportive più importanti, Milan, Inter, Zanetti, Maldini, basket, rugby, pallavolo. Pozzecco e Meneghin da Varese... Partimmo dopo l’allenamento, eravamo stanchi morti, con due gran cog*ioni, non ne avevamo mezza, atei tutti e due fino al midollo. Che caz*o ce ne fregava di andare al compleanno del cardinal Martini! Menego continuava a chiedermi: "Ma tu lo conosci? No. Io nemmeno. Quindi che cazzo ci invita? Hai mai invitato al tuo compleanno uno che non conosci?". In effetti non aveva tutti i torti. Arrivammo e ci fecero accomodare in una piccola saletta, dentro la quale dopo poco entrarono quattro o cinque chierichetti. Spingevano un affare con le rotelline che sai te cos’era, un catafalco coperto da un lenzuolo bianco. Lo lasciarono lì e se ne andarono. Il Menego, curioso come una comare di condominio, gli si avvicinò e alzò il velo fino a scoprire una gigantografia del cardinal Martini proteso verso dei bambini. “Oh mio Dio, adesso che diavolo combina questo!” pensai. Senza aprir bocca, estrasse dalla tasca un Uniposca e gli disegnò in bocca un cannone talmente grande da poter spaventare Bob Marley. Lo fece così bene che sembrava che il cardinale stesse fumando sul serio. Poi, sghignazzando, ricoprì il tutto col lenzuolo. Io lo mandai a fan*ulo e non ci feci caso più di tanto. La serata proseguì. Salimmo sul palco, ci presentarono, dicemmo due cagate, tanti auguri al cardinal Martini e così via, e poi scendemmo in platea. Assistemmo alla scena da lì. Il cardinale che fa il suo trionfale ingresso. Il giubilo dei presenti. Standing ovation, neanche avesse fatto 50 punti. Il presentatore che annuncia il regalo del Comune di Milano. I soliti chierichetti che compaiono. Le rotelle che rullano sul palco. Le goccioline di sudore freddo sulla mia fronte. I colpi di gomito col Menego che già non c’era più. Il velo che si scopre. Gli applausi, l’entusiasmo, le urla e poi, improvviso, il silenzio. Le risate sommesse. Il lenzuolo che velocemente ricopre tutto. Noi già in autostrada.
...Questo era Meneghin, talmente scemo che credo non ci sia tanto altro da aggiungere».
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(pezzo tratto da "Clamoroso" la biografia di Pozzecco scritta con
Filippo Venturi

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