giovedì 12 luglio 2018

Luka Modric


“Da piccolo durante il periodo della guerra, fuori l’albergo che ci ospitava come rifugiati, calciavo continuamente il pallone contro il muro. Sognavo di giocare in grandi palcoscenici, e di scappare da tutto quello che mi circondava, volevo diventare un calciatore professionista.
Gli altri mi vedevano, e mi consideravano pazzo. Pensare al calcio, in un momento del genere... ma io volevo solo giocare, e calciare la palla, non mi faceva pensare a niente. Finita la guerra, mio padre che nel frattempo aveva trovato lavoro come meccanico per l’esercito, mi iscrisse in una scuola calcio, mi rifiutarono diverse volte, dicevano che non potevo giocare, perché troppo magro, avevo le ossa troppo piccole.
Io non mollai, la guerra non fermò il mio sogno, figuratevi se potevo mollare proprio ora.
Andai avanti e provai ad inseguire il mio sogno.
Con il mio club ho vinto tutto ed oggi sono qui, in finale di Coppa del Mondo con la mia Croazia e al fischio finale mi è passata in mente tutta la mia vita.
Come fai a non commuoverti? Come fai a non piangere?"



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