mercoledì 6 novembre 2013

Pixies a Milano: una recensione

da www.concertionline.com di Mara Guzzon 

"Una Milano uggiosa ed un Alcatraz completamente sold-out hanno accolto ieri sera i Pixies, attesi nel locale meneghino per la loro unica tappa italiana. Dopo la performance in apertura degli AAAK (As Able As Kane), la venue ha iniziato a popolarsi di over 30 nostalgici dei ‘90’s ma anche di ‘nuove reclute’, giunti per assistere all’attesissimo show.  Black Francis, Joey Santiago e David Lovering hanno fatto la loro comparsa sul palcoscenico puntuali poco dopo le 9.15, questa volta accompagnati dalla bassista Kim Shattuck (Pandoras, Muffs) che ha preso il posto della dimissionaria Kim Deal. Lo scambio è avvenuto dopo che la storica Deal ha lasciato il gruppo a maggio di quest’anno, andandosene a seguito di circa 25 anni di permanenza nella formazione cult statunitense. Bisogna però dare atto alla sostituta di aver fatto il suo dovere senza far rimpiangere nemmeno per un momento la collega e guadagnandosi dunque la piena approvazione del pubblico. Tra distorsioni, chitarre taglienti ed una energia da far invidia alle giovani band emergenti, la serata è trascorsa velocemente ed intensamente: i momenti di “amarcord” ed emozione scaturiti dalla musica dei quattro artisti – che sono tornati a nove anni di distanza dall’ultima reunion del 2004 – hanno fatto fermare il tempo per un’ora e tre quarti.  Senza proferire parola tra un brano e l’altro il quartetto di Boston ha suonato un pezzo dopo l’altro, con solamente una piccola pausa a precedere l’unico encore del concerto .Dopo l’apertura con “Caribou” lo show è infatti entrato nel vivo con “Monkey Gone to Heaven”, “Velouria” e altri ottimi brani come “Here Comes Your Man”, e il nuovo e potente singolo “Bagboy”. Il gruppo ha anche eseguito alcune cover: “In Heaven” di David Lynch (contenuta nella colonna sonora della pellicola “Eraserhead”), “Head On” dei The Jesus and Mary Chain, “Winterlong” di Neil Young e “Big New Prinz” dei Fall. La scaletta proposta però ha soprattutto dato nuova vita ai brani che i Pixies hanno composto e pubblicato nel corso della loro carriera, alcuni molto conosciuti, altri invece dedicati a palati più fini: “Crackity Jones”, “Debaser”, “Tame”, “Motorway to Rosewell” e “Broken Face”, solo per citare alcuni esempi. La chiusura, neanche a dirlo, è arrivata con il grido corale che ha accompagnato “Where is my mind”, dopo la quale la formazione ha lasciato lo stage, tra applausi, apprezzamenti e soddisfazione.  Certo i Pixies, cuore pulsante dello stile musicale ruvido e urlato reso importante negli anni ’90, non hanno perso il tiro di un tempo: nonostante l’età anagrafica per loro (e per tutti) avanzi infatti, sono riusciti a rimanere credibilmente ciò che erano, facendo ballare la mente e il cuore dei loro fan, vecchi e nuovi."

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