CLASSIFICA QUIZZONE DI CLAUSURA DI BARDUCA 2021
Primera 14
Galiz 14
Basco 12
Mario 11
Patlar 8
Boni 6
Zio 4
Micio 5
Fusto 2
Duca 3
venerdì 25 febbraio 2022
Classifica del Quizzone di Barduca aggiornata
giovedì 24 febbraio 2022
Straight Songs of Sorrow
articolo di Riccardo Masagna che racconta la storia discografica di Mark Lanegan dal sito we love radio rock
Mark Lanegan era un misfatto del grunge, uno sbandato del folk-blues, un tossico dei bassifondi. Portava tutti i suoi anni stampati in faccia. La pelle era gonfia eppure stirata come un lenzuolo. Gli occhi sottili e ambrati ti trafiggevano. Anche la folta capigliatura sembrava filata dalle mani del tempo e martellata da una tragica esistenza. Eppure negli ultimi anni trasudava consapevolezza. Quella del rock’n’roll è una strada lunga, tortuosa, piena di inganni. Poche paia di occhi ti guardano quando arrivi, cento quando stai per andartene. Se gli avessero preconizzato che a quasi sessant’anni avrebbe ancora fatto questo mestiere, si sarebbe messo a ridere. Eppoi c’era la voce, profonda, irregolare, che invocava lo spirito di Tom Waits, Johnny Cash e Jim Morrison. Pochi avevano quell’inspiegabile quid nel timbro, emotivo e straziante. Ossessionante, rauca, sorprendente, dilaniante, rabbiosa, dolorosa, oscura, ultraterrena, un tesoro ruvido e baritonale.
Gli Screaming Trees si formarono verso la metà degli anni Ottanta, a Seattle.
Le prime registrazioni ci rivelano un Lanegan più morbido,
nell’intonazione e nella voce, era giovane, pareva che non sapesse
cantare. Gli anni a venire, quelli delle terribili dipendenze,
probabilmente ebbero un forte impatto sulle sue corde vocali, ma suo
padre aveva lo stesso timbro roccioso e io sto sempre dalla parte della
genetica, ma se ascoltate l’EP “Other Worlds” (1985), è difficile credere che il cantante sia lo stesso che ringhia in “A Song For The Dead” dei Queens Of The Stone Age. Tra il 1986 e il 1989, incisero praticamente un album all’anno. “Clairvoyance” l’esordio su Velvetone e tutti gli altri, “Even If And Especially When”, “Invisible Lantern” e “Buzz Factory” per la SST. Si affidarono alla cura di Jack Endino uno che aveva creato il superfuzz dei Mudhoney e dei Tad. Come i Meat Puppets, avevano in formazione due fratelli, uno alla chitarra e l’altro al basso, Gary Lee e Van Conner.
La loro musica era la versione densa e umida dei formicai sonori dei
Puppets. Gary Lee Conner era il chitarrista più frenetico dai tempi di
D. Boon, e, come una corrispondenza visiva con la musica, lui e suo
fratello carambolavano sul palco come rinnegati. Mark era un palo, fisso
e immobile come l’asta del suo microfono. Affinarono quel mash-up unico
di suono classico e moderno, lo stesso clima di Minneapolis, di band
come Replacements, Soul Asylum e Hüsker Dü. La filosofia stracciona del
fai da te: fai un disco, sali sul furgone e vai in tour. Il
romanticismo. Tutto accadde con semplicità. Basta soffermarsi su canzoni
come “Cold Rain” (da “Even If And Especially When”), “Ivy” (da
“Invisible Lantern”) o la meravigliosa tripletta di “Buzz Factory”,
“Where The Twain Shall Meet”, “Black Sun Morning” e “End Of The
Universe”. L’ EP “Change Has Come” fu il classico disco
ponte che denotava la maturazione di un suono. Solido dall’inizio alla
fine, l’EP rappresentò il presagio del potenziale creativo che gli
alberi urlanti avrebbero plasmato nelle successive uscite.
Lanegan
iniziò a scrivere molto materiale, portò le sue canzoni alla Sub Pop e,
con sua grande sorpresa, l’etichetta lo incoraggiò a incidere un album. “The Winding Sheet”
fu registrato in tre giorni e mixato in altri tre. La cover di
Leadbelly “Where Did You Sleep Last Night” è un’interpretazione
ossessionante. Kurt Cobain e la sua versione unplagged arrivarono dopo.
Del 1991 è il primo album con la A&M. “Uncle Anesthesia”
non guadagnò mai i riconoscimenti della critica come fecero altri
dischi del periodo, “Badmotorfinger” dei Soundgarden, “Nevermind” dei
Nirvana e “Ten” dei Pearl Jam. Tuttavia, mostrò il conseguimento di un
picco creativo. “Before We Arise”, che spesso apriva i loro concerti mi
scuote ancora ogni volta che la sento. La voce di Lanegan è il punto
focale di uno scarno arrangiamento, sembra provenire dalle profondità di
una caverna in quel suo oscuro incipit che recita maniacalmente:
“Blackness all around… Can you wake me?”. Alla fine del 1992 uscì il
film di Cameron Crowe “Singles”, la
colonna sonora era un benefit per tutti quelli saliti sul carro dei
Pearl Jam, ma sepolta sul secondo lato c’era “Nearly Lost You” degli
Screaming Trees. Sarebbe stata l’apripista di “Sweet Oblivion”.
Dall’apertura di “Shadow Of The Season”, “Said Lord please give me what
I need/He said there’s pain and misery/Oh sweet oblivion feels
alright”, “Sweet Oblivion” si configurava oscuro nei testi e
nell’indole. La voce di Lanegan si innalzava sopra chitarre eccitate e
una batteria catartica, a dispetto, o forse, a causa di una totale
assenza di luce. Stavano tagliando in profondità le radici del suono
americano. “Dollar Bill” era un incanto, mentre in “For Celebrations
Past” Lanegan come un Jim Morrison dei giorni nostri incanalava uno
spirito antico e magico.
Nel frattempo, pubblicò il suo secondo lavoro da solista “Whiskey For The Holy Ghost”
(1994), sempre su Sub Pop. Gli avrebbe concesso la possibilità di
esplorare qualcosa di diverso. Un disco di intensa bellezza. I testi,
densi di metafore sulla morte, prendono vita dal suo contegno sfocato
che fluttua dalle voragini di un subconscio ossessionato. Un delizioso
compagno per l’ultima chiamata in purgatorio, come scrissero
sull’Entertainment Weekly. Lanegan collauda racconti ubriachi di dolore e
sconfitta con una voce che sussurra tra archi e chitarre acustiche, ma
pesanti, mentre canzoni come “Pendulum” rivelano un narratore con una
portata solo accennata in precedenza.
Mentre lottavano per mettere insieme il dopo “Sweet Oblivion”, registrò e suonò dal vivo con i Mad Season,
il progetto del chitarrista dei Pearl Jam, Mike McCready, del cantante
degli Alice In Chains, Layne Staley, del bassista John Baker Saunders e
del batterista degli stessi Trees, Barrett Martin. Nel 1995 pubblicarono
“Above”, su due brani spiccava la voce di Lanegan, “I’m Above” e “Long Gone Day”.
E ci vollero quattro anni per il seguito di “Sweet Oblivion”. “Dust”
uscì nel 1996. Leggermente più rifinito, ma altrettanto epico. C’è
un’asfissiante abbondanza di blues in gran parte del disco, il prodotto
di una band con una presa costante sulle dinamiche del rock, i sapori
orientali di “Halo Of Ashes” e la squillante “Dying Days” ne sono una
prova inconfutabile. Il gruppo non si scioglierà fino al 2000, ma “Dust”
si dimostrò un appropriato commiato.
Si prese altro tempo per
affrontare i suoi abusi, alcol e eroina. Si diresse al Joshua Tree con
Mike Johnson e una serie di altri musicisti, J. Mascis e Tad Doyle, il
ciccione, per registrare “Scraps At Midnight”. Era il
1998. Dieci canzoni meravigliosamente malinconiche, “Scraps At Midnight”
proseguiva l’inclinazione a pubblicare dischi struggenti, aveva
un’atmosfera unica, il suo baritono crepuscolare ed evocativo ricordava
Leonard Cohen, ma il suo cupo romanticismo suonava con un’autenticità
irraggiungibile. In canzoni come “Waiting on a Train” e “Hotel”
persistono i sommessi vagabondaggi dei dischi precedenti, ma la
redenzione viene dagli accenni di rassegnazione in brani come “Last One
in the World” e “Because of This””.
Lanegan e Johnson nel 1999 pubblicarono l’album di cover “I’ll Take Care Of You”.
Sulla title track di Brook Benton, è un’anima tormentata che farfuglia
promesse di un domani migliore all’ultimo cuore spezzato, ma le
interpretazioni di “Consider Me” di Eddie Floyd e “Together Again” di
Buck Owens, insieme alla spacconeria di “Boogie Boogie” di Tim Rose, ti
lasciano il suo codice morale inciso sulla pelle, la sua padronanza del
pathos.
Nel 2000, quando i Queens Of The Stone Age uscirono con “Rated R”,
la voce di Lanegan era presente su “In The Fade”, “Auto Pilot” e “I
Think I Lost My Headache”, tanto da finire in tour con loro nel 2002 e
nel disco “Songs For The Deaf” dello stesso anno. Porta
una strana spensieratezza nella stramberia biblica di “God Is In The
Radio”, mentre in “Hangin’ Tree” gronda di malvagità appena nascosta.
Il 2001 è l’anno di “Field Songs”.
Fu pubblicizzato sulla stampa come un disco più rock dei precedenti, ma
non rappresentava un significativo cambiamento. Qualche chitarra
elettrica in più non faceva la differenza. Etichette a parte, “Field
Songs” è l’ultimo momento di luminosità prima di andare alla deriva. Ci
sono canzoni di grazia onirica, come “Field Song”, che suona come
Leonard Cohen fino a quando non sfuma in una inconsueta chitarra e
canzoni cariche di elettricità, come la psichedelia contorta di “No Easy
Action”. Nel 2004 “Bubblegum” per Beggars Banquet. È
un disco che oscilla stilisticamente tra ballate acustiche e elettriche.
Duetta con PJ Harvey su “Come To Me”, Izzy Stradlin e Duff McKagan
aggiungono zavorra alla meravigliosamente stanca “Strange Religion” e
Josh Homme infila rabbia nel rock sferragliante di “Methamphetamine
Blues”. Queste canzoni redentrici di lussuria, desiderio e psicosi da
droga sono graffiate e malinconiche, altre volte spaventose. Ma il
momento più toccante dell’album è il canto a due voci che esegue con la
ex intitolato “Wedding Dress”. Nel testo un fugace, confuso riferimento a
Johnny Cash: “We got buried in a fever”. Cash e June Carter cantavano
in “Jackson”, “We got married in a fever”. Un ragazzo tossico poteva
fare più male dell’Uomo in Nero. “Bubblegum” è una vera e propria
rinascita.
Del 2006 il primo degli album nati dalla collaborazione con Isobel Campbell, “Ballad Of The Broken Seas”.
Il cocktail tra il ringhio di Lanegan e la voce eterea della Campbell
funziona a meraviglia. Sono improbabili, ma lui è un coriaceo Lee
Hazlewood e lei fa le fusa come Nancy Sinatra. Combinare il twee pop con
il country più nerboruto, cantando di sesso orale e redenzione per
amore, o rifare “Ramblin’ Man” di Hank Williams, usando una frusta come
strumento di percussione, potrebbe sembrare pacchiano, ma “Deus Ibi
Est”, con il suo raschiare prosciugato, ti porta in un viaggio squallido
e annerito dal tempo. Il giusto equilibrio tra angelo e diavolo,
nonostante il fragile contralto dell’ex Belle & Sebastian, si rivela
più di una promessa che si rinnoverà per altri due dischi “Sunday At Devil Dirt” (2008) e “Hawk”
(2010) dove canzoni ricoperte di polvere e arrangiamenti emozionanti
forniscono il veicolo ideale per il vissuto di Lanegan, che si tratti
del blues acustico di “You Won’t Let Me Down Again”, di “Time Of The
Season” o della forza guascona di “Get Behind Me”.
Nel 2008 i legami profondi con l’ex Afghan Whigs, Greg Dulli, lo portano al progetto Gutter Twins. “Saturnalia”
è il disco di sedicenti e satanici Everly Brothers, gloriosamente
post-grunge e dolorosamente profondi, alimentati dal piacere condiviso
per il frutto proibito della vita. Lanegan eccelle sull’inno “Idle
Hands” e sulla rumorosa “Bête Noire”, in cui geme alla luna come un
licantropo perso sopra un ritmo intimidatorio.
È inarrestabile, fin
dai tempi degli Screaming Trees, è stato l’aedo di un angolo oscuro e
polveroso del paesaggio musicale americano, i dischi con la Mark Lanegan Band, “Blues Funeral” del 2012, “Phantom Radio” del 2014 fino a “Gargoyle” del 2017 e “Somebody’s Knocking”
del 2019 ne sono testimonianza. Dalla profonda, scampanellante chitarra
gotica di “Harvest Home” ai gelidi synth di “Floor Of The Ocean” che
convogliano Joy Division e Echo And The Bunnymen nel loro momento più
cupo.
Resta il solista “Imitations” del 2013 e i dischi con Duke Garwood “With Animals” e “Mescalito”
del 2018 che chiudono un’irrefrenabile e sterminata discografia qui
appena accennata. “Imitations” è un altro disco di cover con una superba
interpretazione di “Solitaire” di Andy Williams e un brillante
arrangiamento in stile Bacharach di “I’m Not the Loving Kind” di John
Cale, mentre “Brompton Oratory” di Nick Cave è trasformata in un corposo
brano jazz lounge.
Del Lanegan scrittore degli ultimi anni è presto detto. “Sing Backwards and Weep”,
il suo memoir del 2020, è il racconto di un adolescente, delinquente e
alcolizzato, che si disintossica, ma che trova pace effimera solo
dall’abuso di eroina. Un veterano della violenza, sul palco, nella
grande città come nella campagna, nei parcheggi, nelle sale da biliardo e
nei vicoli più bui, un duro viaggio descritto con umorismo nero come il
carbone, come nella fatidica citazione “I could see [Gallagher] as a
kid in short pants on a bright sunny day, gleefully jacking his
minuscule dick while frying ants under a magnifying glass” e rosso di
sangue vivo. L’ultimo disco “Straight Songs of Sorrow”
non è diverso nella sua nuda e cruda onestà. La sua bellezza è la
continua commutazione tra luce e oscurità che a volte sembrano forze
opposte come nell’epica e stridente “At Zero Below” con Greg Dulli e
Warren Ellis.
Pochi hanno suonato come Mark Lanegan. Nonostante le
terribili punizioni che ha dovuto subire nel corso della sua carriera, è
stato uno degli artisti più prolifici della sua generazione. Più scarno
era l’arrangiamento, migliore era il risultato, proprio come il Johnny
Cash di “American Recordings”. Proprio come il suo libro, un’onesta,
personale immersione nella psiche di un artista che lottava sempre
contro gli altri e contro se stesso. E in mezzo al tono crudo e
confessionale un infinito tremito esistenziale che tutto permeava seppur
soffocato da una speranza ormai irreparabilmente ferita.
martedì 22 febbraio 2022
The Doctor
Scintilla ci chiede di fare gli auguri a Doc J, suo caro amico che ci legge sempre e che gradirà certamente per i suoi 72 anni. Ci sarà stato forse qualche giocatore considerato più forte di lui alla fine delle rispettive carriere, ma sicuramente di Doctor J ce n'è stato uno solo. Consiglio a tutti un bellissimo documentario mi pare Espn che gira commentato da Mamoli sulla sua vita, veramente un personaggio che è la storia del basket (e a cui è stato dedicato un celberrimo panino alla bireria del basket)
Addio Mark
R.I.P MARK LANEGAN (25 November 1964 - 22 Februari 2022) 💔
Screaming Trees (Queen Of The Stone Age)
Un altro eroe maledetto di Seattle ci lascia, RIP al leggendario Mark Lanegan, indimenticabile leader degli straordinari Screaming Trees e autore di una grande carriera solista, personaggio di cui avete letto e sentito molto su barduca...una grande tristezza. Avevamo recensito la sua incredibile e difficile autobiografia quest'estate. Una voce unica, una personalità unica. Uno dei più grandi, senza dubbio, una delle voci più importanti della sua generazione. Fa venire i brividi pensare che del concerto che vedemmo nel '93 a Milano con loro e gli Alice in Chains oggi non ci siano più ne' lui ne' Layne Stanley.
lunedì 21 febbraio 2022
Steph
secondo voi quello che ha tirato e che è girato verso il pubblico chi è?
certo ho visto sprazzi di ASG se la fai tirare con 4 metri ne può mettere anche 50 di triple, anche da 8 metri di distanza
Quizzone: i risultati del week end!
Galiz, Mario, PatLar e Micio vincono i Quizzoni Coppa Italia e All Star Game Nba, compolimenti!
Quizzone Coppa Italia
Galiz 2 🏆🏆 Milano e Delaney MVP
Duca Primera Basco 1
Mario 2* (ha vinto e va bè gli diamo i punti)
Quizzone All Star Game NBA
PatLar e Micio 2 🏆🏆 West e Curry MVP
Boni Primera Duca Galiz Mario e Basco 1
sempre il mio MVP
domenica 20 febbraio 2022
Grande Mariooooo la Coppa è tua!
Mario e Milano vincono la Coppa Italia 🏆🏆🏆🏆complimenti! West vince l'All Star Game 2022 (Team LeBron con 50...di Curry e 16 triple!!), MVP Delaney e Curry, qualcuno ci ha preso tutto. Non appena ho 2 minuti di tempo, non so oggi..., aggiorniamo le classifiche del Quizzone!
sabato 19 febbraio 2022
Dan Peterson
"L'NBA di oggi non è basket", ci sarebbe da ragionarci ma sicuramente possiamo dire che non è più il basket con cui siamo cresciuti, non è quel basket...che era molto meglio di questo (anche ai playoff, la regular season è inguardabile da anni per quello che tutti sti record per me hanno poco valore)
venerdì 18 febbraio 2022
Attenzione! Pronostico Coppa Italia
In via eccezionale viene inserito il pronostico Coppa Italia di pallacanestro 2022 con le finali nel frigorifero vuoto di Pesaro di fronte ai soli familiari come in seconda divisione:
1 punto squadra vincente
1 punto MVP
Duca Milano e Chacho
PatLar Bologna e Belinelli
Primera Milano e Hines
Galiz Milano e Delaney
Basco Milano e Leoni
Boni Tortona e JP Mocura
Inizia l'All Star Game: si decide il Quizzone!!
Inizia il week end dell'all star game NBA e il risultato deciderà la classifica del Quizzone di Clausura 2021!
Ecco i pronostici:
I pronostici devono arrivare prima del Superbowl altrimenti non saranno accettati!
Boni:
- West
- Jokic
Duca Mario Galiz e Basco:
- West
- Ja Morant
Primera
- West
- Morant
PatLar
- West
- Curry (co Mvp con Scintilla)
Micio
- West
- Curry
CLASSIFICA QUIZZONE DI CLAUSURA 2021
Primera 12 (0)
Galiz 11
Basco 10
Mario 8
Patlar 6
Boni 5
Zio 4
Micio 3
Fusto 2
Duca 1
gli Oklahoma City Thunders
mercoledì 16 febbraio 2022
tanti auguri a The GOAT
59 anni MJ
1993. Terze Finals di fila, terzo anello di fila, terzo premio di MVP delle finali di fila. 41.0 punti di media, prima di ritirarsi (per la prima volta)
martedì 15 febbraio 2022
domenica 13 febbraio 2022
I Rams vincono!
Ultim'ora: i Los Angeles Rams vicono il 56° Superbowl! 1 punto a Galiz Duca Mario Basco Patlar ! Ci si gioca tutto nell'All Star Game...
CLASSIFICA QUIZZONE DI CLAUSURA 2021
Primera 12 (0)
Galiz 11 (+1)
Basco 10 (+1)
Mario 8 (+1)
Patlar 6 (+1)
Boni 5
(0)
Zio 4
Micio 3 (0)
Fusto 2
Duca 1 (+1)
sabato 12 febbraio 2022
Pronostici Quizzone: mandateli prima del Superbowl!!!
Si chiude il Quizzone di Clausura 2021 di Barduca con due quiz targati Usa. In palio ben3 possibili punti.
- Super Bowl: tra Los Angeles Rams e Cincinnati Bengals: chi vince? Vale 1 punto
- All Star Game Basket NBA
Chi vince Est o Ovest? vale 1 punto
Chi sarà MVP? Vale 1 punto
I pronostici devono arrivare prima del Superbowl altrimenti non saranno accettati!
Boni:
- Cincinnati Bengals (Welcome to the Jungle!)
- West
- Jokic
Duca Mario Galiz e Basco:
- Los Angeles Rams
- West
- Ja Morant
Primera
- Bengals
- West
- Morant
PatLar
- Rams
- West
- Curry (co Mvp con Scintilla)
Micio
- Bengals
- West
- Curry
venerdì 11 febbraio 2022
mamma Rai è con il Quizzone
Saputo del Quizzone....
"Non solo DAZN, il Super Bowl 2022 sarà trasmesso anche in chiaro su Rai 1. La sfida per il titolo NFL, l’evento sportivo più seguito in tv negli Usa, andrà infatti in onda in Italia in chiaro sulla tv pubblica nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 febbraio, a partire dalle 00.15"
Un uomo un mito Kostas Sloukas
affonda l'Efes sulla sirena dall'angolo dopo un pump fake e viene osannato dal Pireo, non sarà l'erede di Spanoulis ma è un giocatore che da sottovalutato è diventato ormai un campione consacrato
giovedì 10 febbraio 2022
il Barba a Phila !
i maligni direbbero..."stava giocando così bene Embid..."
sarà contento il Boni tifoso di Phila..
Invece il mio idolo dimenticato Spencer Dinwiddie da Washington va a...Dallas! Al posto di Porzingis definitivamente segato, vedremo come funziona con Magic Luka. I Jazz pazzescgi, il povero Ingles col ginocchio rotto viene spedito a Portland e a fine anno cambierà ancora squadra. I lakers tacciono, disastro...
mercoledì 9 febbraio 2022
Shaq un mito
Shaq ha raccontato che quando va allo zoo i gorilla impazziscono: "Pensano sia uno di loro e non trovano giusto che io sia fuori e loro dentro. Un po' li capisco". Il direttore dello zoo di Miami ha aggiunto: "I gorilla lo temono perché è molto più grosso di loro".
@lagiornatatipo
martedì 8 febbraio 2022
Quizzone: chi vince il Superbowl e chi vince l'All Star Game 2022
Si chiude il Quizzone di Clausura 2021 di Barduca con due quiz targati Usa. In palio ben3 possibili punti.
- Super Bowl: tra Los Angeles Rams e Cincinnati Bengals: chi vince? Vale 1 punto
- All Star Game Basket NBA
Chi vince Est o Ovest? vale 1 punto
Chi sarà MVP? Vale 1 punto
WEST | EAST |
LeBron James | Kevin Durant (Jayson Tatum) |
Stephen Curry | DeMar DeRozan |
Ja Morant | Trae Young |
Andrew Wiggins | Giannis Antetokounmpo |
Nikola Jokic | Joel Embiid |
domenica 6 febbraio 2022
La copertina del lunedì: The GOAT of Surfing!
Incredibile, a 4 giorni dai 50 anni la leggenda Kelly Slater The GOAT of surfing vince la gara più prestigiosa del surf, la banzai Pipeline alle Hawaii: un'impresa che lo consacra in vetta alla sport mondiale, nessuno alla sua età è riuscito a vincere in nessuno sport. Il punteggio quasi perfetto 18,7 su un massimo di 20. "Non so proprio cosa dire: questa è la migliore vittoria della mia vita" dice colui che ha vinto 11 titoli mondiali e la prima gara a inizio anni '90...Nono posto per l'italiano Leo Fioravanti.
venerdì 4 febbraio 2022
GOAT of Surf
A una settimana dai 50 anni (...) Kelly Slater, 11 titoli mondiali e unanimente riconosciuto il più grande surfista di sempre, è in gara al Pipeline Masters allae Hawaii e incredibilmente accede ai quarti di finale battendo il giovane rivale Barron Mamiya con una clamorosa onda delle sue, perfetta (9,23 il voto), sul suono della sirena della fine della Heat...leggenda nella leggenda, quasi 50 anni...
giovedì 3 febbraio 2022
mercoledì 2 febbraio 2022
martedì 1 febbraio 2022
GOAT
L'altra sera col Mitico Michel dibattito sul GOAT e sulla mia opinione di non inserire LeBron tra i primai 4-5 più grandi di sempre mentre lui lo vede al top. Magari può essere il più completo (ma Magic??)
Michael Jordan nell’arco di 32 mesi, da novembre 1995 al giugno 1998:
- 3 titoli NBA
- 3 volte Miglior Marcatore NBA
- 2 volte MVP
- 3 volte MVP delle Finals
- 3 volte Primo Quintetto Difensivo
- 37 minuti di media a partita
Partite saltate: ZERO.