Il Confine di Don Winslow è il terzo capitolo della saga dedicata al narcotraffico messicano dopo Il potere del cane e Il Cartello. E’ il suo libro più politico, la Casa Bianca e la finanza americana sono tirate in ballo, un libro in alcune parti molto crudo, pure troppo, molto lungo (circa 900 pagine), che chiude con maestria la trilogia che racconta come nessun altra la vera storia del traffico di droga, i cartelli messicani, le diramazioni in America e in Europa, le colpe del governo americano, le coperture, l’incredibile giro d’affari che sta dietro ad un fenomeno sanguinario (150.000 morti in Messico in due decenni). Le parti dedicate alle investigazioni, alle infiltrazioni dei poliziotti nella rete sono super, i personaggi minori che di colpo entrano nella storia principale, insomma un classico della scrittura di Winslow. Tantissimi i riferimenti alla realtà e a fatti accaduti, romanzati per non citarli direttamente.
Interessanti le ultime pagine, la postfazione personale in cui l'autore racconta questi 20 anni in cui fondamentalmente ha convissuto con questa storia (pur scrivendo altri libri). Si chiude una trilogia che rappresenta tutta la carriera di Winlosw scrittore. Troppo complesso per farne un film (lo hanno fatto de “Le Belve” che è più corto e mano complicato) , per i fan è ovviamente imperdibile.
Se un nuovo lettore vuole iniziare Winslow forse sarebbe meglio prima leggere gli altri due capitoli, o tra i tre almeno partire da Il Cartello. Ma non è detto, è un libro che sta in piedi anche da solo, non mancano alcuni capitoli in cui l’autore fa una sorta di riassunto delle altre vicende dei precedenti libri e della storia del protagonista Art Keller e del “Narco” el Senor Adàn Barrera.
Come nessuno ha raccontato i Cartelli della droga, come nessuno racconta la tragedia dei disperati sudamericani che vogliono attraversare il Confine e alla fine Winslow per la prima volta esprime la sua opinione sul perché la droga muova così tanti soldi, cerca di dare una spiegazione alla domanda che viene dall’occidente, più che all’offerta. Segui i soldi, “invece che partire dalla droga parti dai soldi”. E arriva fino a Manhattan e Washington e alla finanza. Nessuno è innocente, forse neppure il personaggio principale della trilogia, il polizziotto Art Keller, diventato un pezzo grosso, che scende a patti con la sua coscienza per la sua battaglia personale.
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