"Mi
ritiro. Qualcuno una volta ha detto che arriva per tutti il giorno in
cui ci dicono che non possiamo più giocare. Non siamo abbastanza bravi.
Forse siamo troppo lenti. Quando sei un adolescente con sogni
grandissimi e un'ossessione crescente, e qualcuno di dice che non durerà
per sempre, è spaventoso. Non l'ho mai dimenticato. Quindi, cosa ho
fatto? Sono rimasto ossessionato. Mi sono dato degli obiettivi. Ho
lavorato. Sognato. Mi sono spinto oltre il quello che era normale o
previsto. Ho guardato al mio eroe, Isiah Thomas, e mi sono detto: "Ok,
non sono minimamente vicino ad essere come lui, ma se miglioro ogni
giorno per 5 o 10 anni, perché non posso essere bravo quanto lui?"
Il
dono più grande è stato quello di essere immerso completamente nella
mia passione e fare di tutto per ottenere qualcosa che volevo così
tanto. Quell'ossessione è diventata la mia migliore amica. Ci parlavo,
la coltivavo, la combattevo e mi facevo buttare a terra da lei. E questa
è la cosa per cui sono più grato. Ovviamente, i miei figli e la mia
famiglia sono più importanti del basket, ma in qualche modo avere questa
amica mi ha reso quello che sono, mi ha messo alla prova, mi ha dato
una missione che sento insostituibile. Sono così grato. Ho imparato
lezioni fondamentali su di me e la mia vita. E ovviamente ho ancora
tanto da imparare.
Ci sono tante persone che hanno avuto un profondo impatto su di me e con cui ho condiviso i miei successi
Don Nelson ha insistito perché io segnassi. Ho sempre voluto passare la palla, ma lui mi diceva: "E' così dannatamente egoista quando non tiri". Oppure: "Sei un giocatore dominante? Allora domina". Insisteva che io fossi aggressivo. E quella crescita è stata una svolta nella mia carriera.
Don Nelson ha insistito perché io segnassi. Ho sempre voluto passare la palla, ma lui mi diceva: "E' così dannatamente egoista quando non tiri". Oppure: "Sei un giocatore dominante? Allora domina". Insisteva che io fossi aggressivo. E quella crescita è stata una svolta nella mia carriera.
Mike D'Antoni e Steve Nash insieme nel 2008. Ap
Mike
D'Antoni ha cambiato il gioco del basket. E non sono in molti di cui
poter dire questo. Non mi sorprende che i miei anni migliori siano stati
quelli in cui ho giocato per lui. La sua intelligenza l'ha guidato. Si
merita un anello.
Mi ricordo quando io e Dirk non eravamo nessuno. A cena diceva sempre: "come possiamo farcela in questa lega?". In qualche modo siamo riusciti a farcela. Dopo tutte le vittorie e tutti i bei momenti che abbiamo condiviso insieme in giro per il mondo, quello che ha significato di più per me sono quelle notti all'inizio delle nostre carriere, in cui andavamo al Landry Center a Dallas a giocare a H-O-R-S-E o per fare uno contro uno. Dirk e la città di Dallas hanno avuto il loro anello, e non potrei essere più felice per loro.
Mi ricordo quando io e Dirk non eravamo nessuno. A cena diceva sempre: "come possiamo farcela in questa lega?". In qualche modo siamo riusciti a farcela. Dopo tutte le vittorie e tutti i bei momenti che abbiamo condiviso insieme in giro per il mondo, quello che ha significato di più per me sono quelle notti all'inizio delle nostre carriere, in cui andavamo al Landry Center a Dallas a giocare a H-O-R-S-E o per fare uno contro uno. Dirk e la città di Dallas hanno avuto il loro anello, e non potrei essere più felice per loro.
Rimpiangerò
per sempre il fatto che i tifosi dei Phoenix Suns non abbiano vinto il
titolo che meritavano mentre ero lì. Certo, abbiamo avuto un po' di
sfortuna, ma mi chiederò sempre cosa sarebbe successo se avessi messo un
canestro in più, non avessi perso un pallone, o avessi fatto un
passaggio migliore. Ma non rimpiango nulla. L'arena era sempre esaurita e
bollente. Ho vissuto i migliori anni della mia vità lì. Grazie, Phoenix
I tifosi di tutto il mondo mi hanno mostrato tantissimo affetto nel
corso degli anni: è incredibile. Quando da bambino non facevo che tirare
ad ogni ora di ogni giorno, non osavo nemmeno sognare tutto l'amore e
il supporto che ho ricevuto dalla gente. E' stata una fonte incredibile
di motivazione e ispirazione. Vi sarò eternamente grato.
Non
giocherò mai più a basket. Questo gioco mi manca già tantissimo, ma
sono allo stesso tempo davvero felice di poter imparare a fare altro. Ho
scritto questa lettera per tutti quelli che hanno seguito la mia
carriera. Voglio parlare a tutti quei ragazzini in giro per il mondo,
che non hanno idea di cosa il futuro abbia in serbo per loro o come
trovare il loro posto nel mondo. Quando penso alla mia carriera, non
posso fare a meno di pensare a un ragazzino che si innamora del suo
pallone. Io mi identifico ancora in lui, e l'ho fatto per tutta la mia
storia".
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